Alan respirò l’aria carica di pietra, legno e incenso e proseguì nel suo lento cammino, attendendo in silenzio il momento della giornata che più di ogni altro era capace di infondergli un profondo senso di pace.

Lo schioccare dei sandali sulle lastre di pietra si ripeté ritmato ancora per qualche istante, e finalmente la sua attenzione fu colpita da un bagliore proveniente dall’alto: un nuovo giorno stava sorgendo.

Si fermò al centro della navata, lo sguardo rivolto all’insù, e sul suo viso si disegnò il sollievo. Ora la luce del sole si riverberava sulle alte finestre finemente dipinte della chiesa, finché, attraverso il vetro, penetrava tracciando sulle volte e sulle alte colonne un dipinto dai toni delicati.

 

Alan, come molte altre volte in passato, chiuse gli occhi lasciandosi irradiare da quella luce purificatrice. Si abbandonò a quel vortice colorato. Con le lunghe braccia aperte e avvolte nella stoffa nera, si stagliava sulle pareti bianche come la croce di Cristo. In quei pochi momenti di vera pace si sentiva inondare di luce fino all’anima. Una luce pari a quella del sole che aveva conosciuto in gioventù e che lo faceva sentire ebbro come dopo aver bevuto dell’ottimo vino.

I ricordi felici, come un’onda del Mare del Nord, spazzarono in un attimo le memorie opprimenti. Alan riaprì gli occhi, ringraziò il Signore per quella grazia e si ricompose, prima di proseguire con passo veloce verso il chiostro maggiore.

Da Il Giardino dei Semplici